Scopri se puoi stare meglio con la sfida di 10 giorni senza glutine

Sempre più persone riferiscono di sentirsi meglio quando riducono o eliminano il glutine dalla loro alimentazione, anche se non sono celiache. Ma perché succede? E, soprattutto, mangiare senza glutine significa davvero rinunciare al gusto? In questo articolo cercheremo di rispondere a queste domande, basandoci su ricerche scientifiche recenti.
Il modo migliore per scoprire se il glutine ci fa male, è provare ad eliminarlo dalla nostra dieta per almeno 10gg in modo da poter registrare degli effetti sul nostro corpo.
Ma cerchiamo di capire insieme perchè!
Che cos’è il glutine?
Il glutine è un complesso proteico presente in alcuni cereali, come grano, orzo e segale. Non tutti reagiscono allo stesso modo quando lo assumono: per alcune persone può risultare innocuo, per altre rappresentare un fattore scatenante di sintomi gastrointestinali e non solo.
Celiachia, allergia al grano e sensibilità al glutine
- Celiachia: è una malattia autoimmune in cui il glutine danneggia la mucosa intestinale. I test diagnostici (come anticorpi anti-transglutaminasi e biopsia intestinale) sono positivi.
- Allergia al grano: è una reazione IgE-mediata (simile ad altre allergie alimentari) e può manifestarsi con diversi sintomi, anche gravi (anafilassi).
- Sensibilità al glutine non celiaca (NCGS): in chi ne soffre, l’assunzione di glutine porta a sintomi simili a quelli della celiachia (gonfiore, mal di pancia, stanchezza, “nebbia mentale”) ma con test diagnostici negativi per celiachia e allergia al grano.
Perché una dieta povera di glutine può far bene anche a chi non è celiaco
Miglioramento della digestione e dei sintomi intestinali
Alcuni studi recenti indicano che una porzione di popolazione non celiaca mostra comunque segni di ipersensibilità al glutine. Una review del 2021 ha evidenziato come alcune persone possano trarre beneficio dalla riduzione del glutine, in termini di miglioramento dei sintomi gastrointestinali (gonfiore, diarrea, dolori addominali) e di qualità della vita [1].
Attenzione ai FODMAP
Un’altra ragione per cui ridurre il glutine può aiutare è legata ai FODMAP (Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides And Polyols): si tratta di carboidrati che possono causare disturbi intestinali in soggetti predisposti, e sono abbondanti in alcuni cereali contenenti glutine. Il fatto di eliminare (o ridurre) gli alimenti più ricchi di FODMAP può portare a un calo dei sintomi dell’IBS (Sindrome dell’Intestino Irritabile) [2].
Maggiore energia e concentrazione
Anche se non esiste ancora un consenso scientifico unanime, diversi pazienti con sensibilità al glutine non celiaca riportano un incremento del livello di energia e una riduzione del “brain fog” (quella sensazione di confusione mentale) quando intraprendono una dieta povera di glutine [1]. Questo miglioramento può essere legato a un calo di infiammazione o a una digestione più efficiente.
Mangiare senza glutine non è (solo) rinuncia
Scegliere di ridurre o eliminare il glutine dalla propria dieta non significa dover rinunciare al gusto o alla varietà. Oggi, esistono moltissimi cereali e pseudocereali naturalmente privi di glutine, come riso, mais, miglio, grano saraceno, amaranto, quinoa e teff.
Inoltre, sempre più aziende stanno sviluppando prodotti gluten-free di qualità elevata, capaci di soddisfare anche i palati più esigenti. Ad esempio, Grezzo Raw Chocolate propone:
- Dolci e snack fatti con ingredienti biologici, vegetali, crudi e 100% senza glutine, perfetti per chi vuole concedersi una coccola senza preoccuparsi di questa proteina.
- Cioccolato raw e creme spalmabili, pensate anche per chi segue un’alimentazione senza zuccheri raffinati.
Grazie a queste alternative, non ti sentirai “a dieta” o privato di qualcosa: il focus è sul sapore autentico, sulla qualità e sull’impatto positivo che un’alimentazione più attenta può avere su energia e benessere.
Ma tutti dovrebbero mangiare senza glutine?
Non tutti hanno necessità di eliminare completamente il glutine. Se non hai particolari problemi gastrointestinali o sintomi associati, non c’è motivo di bandirlo del tutto dalla tua alimentazione. Tuttavia, se soffri di disturbi ricorrenti come gonfiore, stanchezza cronica o mal di testa, potresti valutare un periodo di prova di dieta low-gluten o gluten-free, sotto la supervisione di un professionista.
Importante: prima di cambiare drasticamente il tuo regime alimentare, consulta un medico o un nutrizionista per assicurarti di assumere tutti i nutrienti di cui hai bisogno.
Conclusioni
Mangiare povero di glutine può risultare vantaggioso per chi avverte disturbi correlati a questa proteina, pur non essendo celiaco: minor gonfiore, più energia e un migliore equilibrio intestinale. Oggi, grazie a prodotti specifici e a un’ampia scelta di cereali naturalmente gluten-free, non è affatto una dieta punitiva, anzi! È un modo per sperimentare nuovi sapori e migliorare il proprio rapporto con il cibo.
Se stai pensando di ridurre il glutine, ricorda di farlo in modo bilanciato e di scegliere prodotti di alta qualità, come quelli raw, vegani e gluten-free di Grezzo Raw Chocolate che sono completamente senza glutine. In questo modo, potrai goderti il piacere di un alimento sano e delizioso, senza sensi di colpa e senza rinunciare al gusto.
Riferimenti
- Krishnamurthy R, de Silva A. Nonceliac Gluten Sensitivity. Clin Exp Gastroenterol. 2021;14:249-260.
- Varjú P, Farkas N, Hegyi P, et al. Low FODMAP Diet in the Treatment of Irritable Bowel Syndrome: A Systematic Review and Meta-Analysis. Nutrients. 2020;12(9):2661.