Ma come, Grezzo che parla di molluschi e perle?
Continua a leggere e scopri perché.
Troppo spesso, il deterrente principale della nostra pigrizia è il tipo di obiettivo che ci poniamo di raggiungere. Se troppo complesso, ambizioso, grande o distante, ci impigriamo, semplicemente perché prevale l’istinto di conservazione.
È un istinto, come quello di sopravvivenza, ed è difficilmente evitabile.
La pigrizia viene meno se – e solo se – cambiare la condizione in cui siamo ci appare necessario. In altre parole, quanta energia investire per raggiungere un obiettivo è definita dalla “quantità” di urgenza di raggiungerlo (e, dunque, di cambiare lo stato in cui ci troviamo).
Non importa quanto sia difficile e scomodo accendere un fuoco se abbiamo a disposizione soltanto un bastoncino e una pietra: se ci troviamo al gelo, non abbiamo alternative. Istinto di sopravvivenza batte istinto di conservazione. Entrambi questi istinti sono sorretti dalla tendenza umana, innata, all’adattamento.
Che cosa implica un cambiamento di stato? Appunto, sostanzialmente, una scomodità.
Poiché ogni adattamento richiede energia, se l’energia per adattarci a qualcosa che ci disturba è maggiore rispetto al delta risultante dalla somma dell’energia che utilizzeremmo per cambiare stato e da quella che invece utilizzeremmo per adattarci al nuovo stato che si verebbe a creare una volta eliminata la situazione di fastidio, certamente investiremo tutta l’energia necessaria per risolvere la situazione di fastidio.
Le ostriche conoscono bene questo principio e il risultato evidente è il confinamento, o, per meglio dire, l’isolamento dell’origine del fastidio in una perla, prodotta proprio dai tessuti viventi dei molluschi. È praticamente un meccanismo di difesa. In questo caso, istinto di conservazione e istinto di sopravvivenza vanno di pari passo.
Che cosa ha a che fare una perla con il Veganuary? Più di quanto si possa immaginare.
L’idea stessa del Veganuary nasce facendo leva sulla nostra insoddisfazione. È il pezzo di conchiglia che s’incastra nella cavità dell’ostrica.
L’insoddisfazione di un corpo che non ci piace più come un tempo, della nostra cerchia di amicizie che è andata via via riducendosi in quantità e qualità, della qualità dell’aria che respiriamo che non è più la stessa di quando eravamo bambini… queste insoddisfazioni hanno tutte in comune il senso di “scomodità” che sono in grado di generare dentro di noi.
Molto spesso, non facciamo nulla per risolvere queste “scomodità”, il più delle volte perché pensiamo di avere poche possibilità di successo, o di non averne affatto.
È il caso del cambiamento climatico (un argomento decisamente complesso, ce ne rendiamo conto). Siamo portati a pensare che le nostre singole azioni per tentare di risollevare le sorti del pianeta non potranno mai essere risolutive.
In questo caso, istinto di conservazione batte istinto di sopravvivenza (è la pigrizia che ci condanna al raggiungimento del punto di non ritorno, ovvero al momento in cui il riscaldamento degli oceani ridurrà le capacità degli stessi di assorbire il carbonio contenuto nell’atmosfera – emesso in quantità maggiore dalla biosfera come effetto antropico; il risultato? Ovviamente, l’aumento dell’effetto serra, che provocherebbe un innalzamento repentino delle temperature, provocando un effetto domino).
Se il punto di non ritorno è stato fissato dagli esperti in un aumento massimo di 1,5°C della temperatura media della Terra entro il 2030, le azioni per tentare di raggiungere questo fondamentale obiettivo tendono a tardare. L’impegno delle Istituzioni è ancora debole, nonostante l’Accordo di Parigi e la COP26.
Per salvare il nostro pianeta, occorrerranno le energie dell’intera popolazione mondiale.
Se l’ostrica protegge la vita all’interno della sua conchiglia operando un cambiamento nel suo stile di vita che ha come effetto la creazione di una perla, così noi dovremo preservare la nostra vita sul pianeta operando diversi cambiamenti simultanei. In questo processo, anche i cambiamenti percepiti come minori possono fare la differenza su scala globale.
Solo modificando la nostra alimentazione, scegliendo per esempio sempre più spesso alternative 100% vegetali, l’impatto sul pianeta può essere risolutivo.
Per questa ragione, Grezzo sostiene il Veganuary.
Non solo perché 1 è meglio di 0, ma soprattutto perché tanti 1 potanno fare 100, mentre tanti 0 non potranno mai avere alcun impatto.
Grezzo è la prima pasticceria crudista in Italia a proporrre prodotti 100% sostenibili per l’ambiente e per la salute umana, con il plus di essere incredibilmente buoni.
Fino al 30 gennaio, offriamo la spedizione gratuita sul nostro Shop Online se fai un ordine di almeno 29 €.
Se sei interessato/a agli argomenti legati alla sostenibilità o sei alla ricerca di qualche ricetta 100% vegetale perché per la prima volta ti stai avvicinando all’alimentazione vegan (ma vale anche se sei ormai esperto/a), iscriviti alla nostra Newsletter utilizzando il modulo in basso, così sarai avvisato/a di tutte le prossime pubblicazioni.
Sai che Grezzo Raw Chocolate ora è anche un podcast? Nell’episodio di oggi abbiamo parlato proprio di Cambiamento. Ascoltalo subito!
Alla tua salute (e a quella del pianeta)
Grezzo Raw Chocolate
Pasticceria crudista
Evoluzione sana del dolce